The Second Sex

Biennale di Venezia’55

The Second Seх

Photografia di Joseph Badalov

A Cura di Sabina Orudgeva e Alinda Sbragia

 

Palazzo Ca’ Zanardi

Calle Zanardi 4132, Canareggio, Venezia

 

Donna non si nasce, si diventa.”

The Second Sex. Simone de Beauvoir

La mostra di Joseph Badalov è una galleria di ritratti di donne vissute nell’ Unione Sovietica ma mai diventate parte della società socialista.

È un racconto sulla bellezza e sulla sofferenza, che racconta per immagini l’epica battaglia delle donne Russe contro il concetto di femminilità ideato da uno stato totalitario.

L’artista Badalov, con la sua originalità creativa, senza nascondersi dietro letterature di regime o pretese di autenticità storica e documentale, tratta immagini sconosciute di quegli anni. Il suo progetto è composto da quattro capitoli – Fabbrica, Epurazione, Balletto, Belle de Jour – e copre un periodo molto ampio: dai primi anni 30 fino alla fine degli anni 80 del secolo scorso. Proponendo allo spettatore la sua visione di donne del’ “secondo sesso” o “sesso debole” del sistema egualitario.

La sua è una riflessione dello sviluppo dell’esperimento Sovietico-socialista, nei suoi vari stadi, nel quale, le “altre donne” hanno sfidato gli steriotipi ufficiali imposti dalle autorità. La loro protesta, però, non è mai stata documentata o affermata.

La dichiarazione di uguaglianza dei sessi, ratificata nell’ anno 1917 in Russia, fu definita dalla femminista Svetlana Aivazova, “L’uguaglianza nella schiavitù”.

Il Nuovo stato egalitario, a quell’ epoca, eliminava metodologicamente le diversità tra i sessi. Obbligando i suoi cittadini a servire gli ideali e gli interessi della società socialista, definiti dal partito e dai vertici militari (i cui membri erano quasi sempre solo di sesso maschile), a scapito persino delle più elementari ovvietà naturali. Quali appunto la diversità sessuale.

Nella sua spiegazione dei caratteri femminili nei primi anni dell’URSS, l’autore passa sopra gli steriotipi usuali del Gentil Sesso Sovietico, clamorosamente promulgato dagli ideologi del partito. Pellicole, manifesti dell’epoca presentavano donne atletiche, asessuate, le cui espressioni facciali risultavano identiche a quelle maschili.